Bosco Marengo

 


Linee guida
per i restauri
di S. Croce

Storia

Prima dell'epoca romana il territorio di Bosco era abitato dalla stirpe ligure dei Marici da cui deriva il toponimo "Marengo". Nel 222 a.c. passò sotto il dominio romano, nel 187 a.c. fu costruita la via Emilia che attraversa il territorio del comune, è in questo periodo che, nella zona, si formò un primo agglomerato di case che prese il nome di Media Silva con la funzione di stazione per il cambio cavalli. È nel periodo alto medioevale che nasce il paese di Bosco, tradizione vuole per volontà di Teodorico re degli Ostrogoti già insediato nel castello di Marengo, e per mano di Manlio da Lugo, nell'anno 498. Nel 967 Ottone I imperatore di Germania eresse Bosco a marchesato, uno dei sette famosi marchesati Aleramici. I marchesi del Bosco nel 1168 parteciparono alla fondazione di Alessandria che sorse in parte sul loro vasto territorio che si estendeva fino quasi alle coste liguri. Il potente Marchesato del Bosco durò fino alla metà del secolo XIV allorquando passò sotto il dominio del Ducato di Milano governato dai Visconti e poi dagli Sforza. Il 18 ottobre 1447 si svolse sotto le mura di Bosco un'epica battaglia, detta del Tiglieto, in cui si scontrarono l'esercito francese e quello del ducato milanese condotto da Bartolomeo Colleoni, in quella battaglia l'intervento dei boschesi permise la vittoria del Colleoni. Nel 1535, estinta la casata degli Sforza, Carlo V imperatore e re di Spagna, considerando il ducato di Milano un feudo imperiale se ne impadronì e con esso Bosco di cui faceva parte. La nomina del boschese Antonio Ghislieri a Papa col nome di Pio V, nel 1566, influì notevolmente sulle sorti di Bosco; oltre a fondare il convento domenicano di Santa Croce favorì l'agricoltura riscattando i diritti d'acqua per l'irrigazione e finanziando opere per migliorarla; istituì nel 1571 il monte frumentario, una vera e propria banca del grano, stipendiò un medico e un maestro; Filippo II di Spagna, per i legami che aveva con Pio V nel 1566 dichiarò Bosco Terra Insigne e accordò speciali privilegi a favore della comunità boschese.

Nel 1597 Filippo II re di Spagna, concesse il feudo di Bosco col titolo di contea alla famiglia Bonelli, imparentata con Pio V. Dopo un lungo periodo di guerre e saccheggi nel 1713 la terra del Bosco passò dalla dipendenza spagnola a quella sabauda del regno di Sardegna. Durante la prima campagna d'Italia il 2 maggio 1796 Napoleone Bonaparte soggiornò nelle stanze del convento di Santa Croce. Dopo la battaglia di Marengo del giugno 1800 Bosco si trovò compreso nei territori dell'impero francese di Napoleone Bonaparte. Con brevetto sottoscritto da Napoleone l'11 gennaio 1808 fu istituita la fiera annuale il martedì successivo la festa patronale di San Pio V e, con brevetto del 1° gennaio 1808 fu stabilito il mercoledì come giorno di mercato del paese. A seguito della caduta di Napoleone nel 1814 Bosco torno sotto lo stato sabaudo. Con decreto reale del 12 febbraio 1863 venne aggiunto al nome del paese l'appellativo Marengo che prevalse su "Bosco Manlio", "Bosco Verde", "Bosco Ghislieri". Bosco era capoluogo di mandamento e sede di pretura, arrivo ad avere, intorno al 1900, circa 5000 abitanti ma con il prevalere della civiltà industriale su quella contadina e con lo spopolamento delle campagne perse l'importanza che fino ad allora aveva avuto. Sono da ricordare le quattro confraternite di San Giovanni, Sant'Antonio, San Sebastiano e della SS. Trinità, la cui fondazione risale al XVI secolo, che tanta parte ebbero nella vita sociale e religiosa del paese; il Monte di Pietà fondato nel 1611 da Giorgio Pagliari; la Società Operaia di Mutuo Soccorso fondata nel 1851, tutte fondazioni che hanno cessato di esistere negli anni che vanno dal 1900 a circa il 1970 mentre è ancora attiva la casa di riposo SS. Antonio e Caterina nata come ospedale nel 1396.

I Luoghi del Ghislieri

Il 17 gennaio 2004, giorno del V Centenario, è stato inaugurato il percorso dei "LUOGHI DEL GHISLIERI", composto da una serie di pannelli turistico-culturali dislocati nel centro storico di Bosco Marengo e presso Santa Croce.
Il progetto è stato realizzato con la collaborazione del Comune di Bosco Marengo e dell'Associazione Amici di Santa Croce; su richiesta, sono possibili visite guidate rivolgendosi in Municipio.



1. Complesso monumentale di Santa Croce

Con bolla "praeclarum quidem opus" il 22 luglio 1566 il papa boschese Pio V decretò l'erezione del complesso conventuale domenicano di Santa Croce e Ognissanti. Il complesso fu progettato da frà Ignazio Danti con la collaborazione di Martino Longhi e rappresenta uno dei primissimi esempi dell'architettura rinascimentale post Tridentina. Nel ricco patrimonio d'arte della chiesa meritano attenzione un importante ciclo di pitture di Giorgio Vasari, il mausoleo marmoreo, opera di Giannantonio Buzzi, che il papa fece realizzare per la sua sepoltura qui mai avvenuta essendo le spoglie del Santo a Roma, il coro ligneo di Angelo Marini il Siciliano e Giovanni Gargioli, sono inoltre conservate nella chiesa opere di Francesco Morandini detto il Poppi, Grazio Cossali, Carlo Preda, Giulio Tencala, il Moncalvo, il Morazzone. Dell'antico convento sono degni di nota i chiostri e la biblioteca successivamente adibita a cappella, la sala capitolare e il refettorio tutti ambienti di austera armonia spaziale terminati nel 1591.

2. Casa natale di San Pio V

Il prevosto Gian Domenico Gatti nelle sue "memorie storiche riguardanti l'insigne terra del Bosco" stilate intorno alla metà del '600, indica come casa natale di San Pio V, all'epoca ancora abitata dai discendenti della famiglia del pontefice, quella "lungo la strada maestra che metteva alla Porta di Piazza Nuova, sull'angolo della salita di Castelvecchio". Antonio Ghislieri, che diventerà papa col nome di Pio V, vi nacque il 17 gennaio 1504 e la abitò fino 1518 quando entrò come novizio nel convento domenicano di Voghera col nome di fra Michele dal Bosco. La modesta abitazione è composta da quattro camere con scala in mezzo, porticato con cascina, cortiletto sottostante con pozzo e stalla. Gli eredi di Pio V donarono la casa alla Confraternita di San Giovanni decollato, che il 9 luglio 1690 la cedette al Convento di Santa Croce. Tornata in possesso di privati dopo numerosi passaggi di proprietà fu acquistata dal comune di Bosco Marengo nel 1936 in occasione della posa del monumento a San Pio V. Al piano superiore nella camera ove nacque il pontefice è stata ricavata una cappella e posta una lapide commemorativa.


3-4. Chiesa parrocchiale dei ss. Pietro e Pantaleone

La chiesa di San Pietro al Bosco fu edificata su una precedente pieve che da documenti storici già esisteva nel 945, è del sec. XIII. Costruita inizialmente in stile gotico ha subito nel corso dei secoli radicali cambiamenti.
Dell'epoca medioevale rimane il campanile romanico e i fianchi, particolarmente interessante quello destro in cui sono incastonate formelle in pietra recanti bassorilievi. La trasformazione più importante inizia dopo il 1573, quando per volontà del Cardinale Bonelli, pronipote di Pio V, è modificato l'orientamento dell'edificio. L'abside affacciata a est sulla piazza attuale venne demolita e con la costruzione della nuova facciata si consentì l'entrata direttamente dal borgo. Nella quinta cappella a destra è ancora presente il fonte battesimale della primitiva chiesa dove nel 1504 fu battezzato Antonio Ghislieri futuro papa Pio V. Sulla piazza è situato il monumento a San Pio V realizzato nel 1936 per volontà del cardinale Pio Boggiani, copia fedele dell'originale marmoreo di Leonardo da Sarzana situato sulla tomba del papa nella basilica di Santa Maria Maggiore in Roma.

5. La Roggia Pio V

La roggia nei secoli passati è stata un elemento importante nell'economia di Bosco Marengo, sia per l'irrigazione sia per il funzionamento dei mulini. Nel 1491 il Marchese del Monferrato concedette alla comunità di Bosco e a quella di Frugarolo il diritto di estrarre acqua dal torrente Orba mediante il riconoscimento di un canone annuo di una libbra di cera da versare al Comune di Capriata nel cui territorio è posta la deviazione delle acque. Ancor oggi tradizionalmente il Comune di Bosco, la vigilia di Natale di ogni anno porta un cero agli eredi del Castellano di Capriata. Nel 1560 il Comune di Bosco a causa dei debiti dovuti alle continue guerre dovette cedere i diritti dell'acqua e i mulini ad un tal Camillo de Petra. Nel 1570 Papa Pio V riscattò i diritti e i mulini a favore del Comune di Bosco e del Convento di Santa Croce. A testimonianza dell'importanza della roggia a partire dal 1600 per quasi tre secoli si susseguirono infinite liti legate alla gestione delle acque e dei mulini tra Comune di Bosco, Convento di Santa Croce e Comune di Frugarolo. La roggia di Bosco nasce in prossimità della confluenza del torrente Lemme con l'Orba e prima di arrivare al paese ha un percorso di 6,5 km per proseguire ancora per alcuni chilometri nel Comune di Frugarolo. Solo nel Comune boschese irriga circa 800 ettari, un tempo totalmente destinati a prato. A Bosco alimenta un mulino funzionante fino a non molti anni or sono, negli anni tra la prima e seconda guerra mondiale venne sfruttata la caduta dell'acqua per la produzione di energia elettrica per il funzionamento dello stesso e l'illuminazione pubblica notturna.
Adiacente al mulino esiste tuttora un lavatoio pubblico dove le massaie si recavano a lavare i panni, alcuni locali ora sono destinati a sede della Riserva Naturale del Parco dell'Orba, gli altri conservano ancora le macine ed i macchinari per la trasformazione delle granaglie.

A CURA DEGLI AMICI DI SANTA CROCE

 
       
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