La chiesa di San Domenico
La chiesa fu costruita alla fine del '200 ad opera dei Frati Domenicani e fu consacrata probabilmente dal vescovo di Alba Ippolito Novelli (1517-1530).
Tra il Seicento e il Settecento furono costruite le tombe e le cappelle laterali, fu chiuso con un muro il tratto tra i contrafforti esterni, e all'interno furono ricavate dieci piccole absidi per altrettanti altari.
In epoca napoleonica il convento e la chiesa di San Domenico furono considerati proprietà nazionale e la chiesa venne utilizzata come scuderia per i cavalli dell'esercito francese.
La riapertura della chiesa al culto avvenne il 22 giugno 1827, dopo un primo restauro che vide la chiusura di tre delle cinque finestre strombate dell'abside, l'asportazione delle lapidi e delle iscrizioni e la chiusura delle cappelle terminali delle navate laterali per ricavarne la sacrestia.
La chiesa è stata restaurata recentemente per iniziativa della Famija Albeisa.
Lo stile del monumento è il gotico severo primitivo ad archi semiacuti.
Di particolare interesse nella facciata è il portale che presenta una profonda strombatura di colonnine in arenaria. Nella lunetta, sorretta da un architrave, è dipinta la Madonna con il Bambino tra S. Domenico e Santa Caterina da Siena.
All'interno sono da osservare i pilastri perimetrali con capitelli romanici vari per forma e dimensione e un gruppo marmoreo di Leonardo Bistolfi che rappresenta una Pietà, fatto collocare dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi nel 1949 in ricordo dei caduti della Resistenza albese negli anni 1943-1945.
Di notevole interesse, infine, è l'abside semidecagonale con all'esterno contrafforti poligonali che si chiudono in alto a piramide.
Tra i priori del complesso ricordiamo Michele Ghislieri, il futuro papa Pio V, che operò a Mondovì dal 1545 al 1548.